giovedì 11 novembre 2010

Valentina Lisitsa e "la Campanella"



Valentina Lisitsa (click per ingrandire)

In un precedente articolo intitolato “Venus Victrix”, dedicato alla mia del tutto casuale scoperta di Valentina Lisitsa, dissi che io stavo cercando su Internet La Campanella di Paganini-Liszt suonata da Arturo Benedetti Michelangeli per farla scoltare ad un amico. Lì per lì non la ritrovai, e quindi seguitai la ricerca su YouTube, ove inaspettatamente mi sono imbattuto in una Campanella suonata nientemeno che da Ferruccio Busoni, il mostruoso pianista italiano morto nel 1924. Mi aspettavo una registrazione arcaica del suono, ed invece mi trovai di fronte ad una fantasmagoria musicale srepitosa e scintillante. Rimasi stupito, ma poi capii che si trattava non di un’incisione discografica, ma di un rullo perforato per pianoforti automatici Welde Mignon. Nel frattempo il cursore s’era fermato su una Campanella suonata da Valentina Lisitsa. E così conobbi per la prima volta questa prodigiosa ed avvenente pianista ukraina. Ancora mi domando come mai né io né i mei amici non l’avessimo mai sentita prima d’ora. Ma presi atto del fatto che la lettura delle recensioni dei dischi, ed anche dell’annuario della Penguin Book, era diventato completamente inutile, e che la vera ricerca andava fatta su YouTube, il luogo del Web in cui si trova anche l’introvabile. Anzi, specie l’introvabile: poco fa, senza nessuna speranza, ho cercato il nome di Carlo Zecchi, ed ecco spuntare una manciata di sue registrazioni degli trenta e quaranta, cioè del periodo in cui tutti gli amanti di musica pianistica lo sentivano suonare nei concerti ed alla radio, e lo reputavano il rivale più accredidato di Arturo Benedetti Michelangeli. Poi sparì dalla circolazione, e si sussurrava che avesse avuto un incidente che gli aveva fatto perdere l’uso di una mano o di tutte e due. E circolava anche la voce che stava benissimo, ma per riscuotere un’ingente assicurazione… Tutte voci, ma comunque, col tempo la gente si domandò se Carlo Zecchi era veramente esistito o se ce l’eravamo sognato. Non era un sogno: Lo ricordavamo come l’esecutore principe delle sonate di Domenico Scarlatti. E puntuale YouTube, con una qualità del suono incredibilmente buona, fa risorge Carlo Zecchi, e non solo lui. Non conosco (ancora) i meccanismi del funzionamento di YouTube: chi gli manda tutto questo patrimonio musicale, e quanto durerà, prima che i pezzi che abbiamo registrato svaniranno senza preavviso? Nessun collezionista, nessun ricercatore ha a disposizione tanti brani musicali, alcuni rarissimi, alcuni giudicati inesistenti, quanti ne fornisce YouTube.



YouTube è dunque l’albero della cuccagna specie per gli amanti della musica classica, ma non senza inconvenienti. Nell’articolo “Venus Victrix” in cui annunciavamo la scoperta di Valentina Lisitsa, concludevamo invitando i lettori (ma per i nostri lettori dobbiamo annoverare non solo chi legge, ma anche chi sente e chi vede, e quindi li dovremo chiamare: spettatori), quindi preciso: ad assistere all’esecuzione della prima delle sue due interpretazioni della sonata Hammerklavier di Beethoven. Ma in YouTube vigeva l’impegno di non oltrepassare il limite di 10 minuti di durata per ogni brano mandato in rete. Ultimamente questo limite è stato esteso a 15 minuti, ma non è entrato in vigore automaticamente. Il nuovo limite sarà osservato da ora in avanti, mentre per il passato non è prevista una revisione. Cosicché l’Hammerklavier che volevamo includere nel nostro giornale era suddivisa in 5 brani, ed ogni movimento veniva interrotto improvvisamente, anche a metà di una battuta. E siccome non abbiamo amcora imparato a fare una “Play List” (lista sequenziale dei brani da suonare), il nostro proposito è finora rimasto nel cassetto dei sogni proibiti. Ma provvederemo. Ed un provvedimento l’abbiamo già preso, e cioè quello di evitare brani troppo lunghi e limitarci a quanto finora consentito. Così abbiamo fatto per i due brani brevi di Aimi Kobayashi. E così cominciamo a fare per la Lisitsa, con la quale vogliamo ricominciare da capo: abbiamo detto che l’abbiamo conosciuta attraverso un’incredibile "Campanella" di Liszt? Ebbene, acoltiamola tutti insieme in una esecuzione in studio. Ma poi vediamola anche nel suo sensazionale abito rosso, in un bis durante un concerto a Seoul. La prima di queste esecuzioni va considerata perfetta ed imbattibile. La seconda è mozzafiato, specie per chi non aveva mai visto Valentina. Da questo momento cominciate a fare i vostri commenti scrivendoci all’indirizzo info@famigliamoderna.com ed intitolando. “Caro Direttore”. MM