sabato 16 ottobre 2010

Elettricità per domani


Vedete quant’è bella, moderna, nitida e pulita questa centrale nucleare svizzera? Essa non esiste, perchè la foto che pubblichiamo, e che viene ampiamente diffusa dalle autorità elvetiche, è un’elaborazione al computer delle innovazioni da apportare alla vecchia centrale nucleare di Beznau. La quale vecchia centrale di Beznau, che ha sede su un’isola artificiale sita in mezzo al fiume Aare nel canton Argovia, fu il primo impianto nucleare svizzero di carattere commerciale, la cui costruzione fu iniziata nel 1964, fu completata in soli quattr’anni, e nel 1969 fu collegata alla rete. Ma vi dirò di più: nel 1955 furono liberalizzati i segreti bellici sulla produzione di energia nucleare da parte americana, e la conferenza internazionale inneggiante all’“Atomo per la Pace” si concluse con la pubblicazione in numerosi volumi di tutte le procedure industriali adottate supersegretissimamente nel “Manhattan Project”, un’impresa tra USA, UK e Canada avente la finalità di produrre la bomba atomica. Il Progetto fu sviluppato sotto il controllo dell’esercito americano con a capo il generale Leslie R. Grooves e sotto la direzione scientifica del fisico J. Robert Oppenheimer. Costituite le cariche ufficiali, la bomba fu poi fabbricata da Enrico Fermi (lasciateci passar: siamo romani!)

Bene, nel 1956 le eminenti ditte svizzere Brown Boveri di Baden e la Gebrüder Sulzer di Winterthur stabilirono un accordo con la Nordostschweizerische Kraftwerke AG (Società per Azioni Impianti Energetici della Svizzera Nord Orientale, in breve: NOK) per l’allestimento di un progetto di reattore nucleare, inizialmente destinato a Würenlingen, localita prossima a Beznau. Ed io, che l’anno precedente mi ero sposato a Roma con una biondona di Winterthur, ero andato ad abitare a casa sua proprio a Winterthur! E quindi, accompagnato da lei, mi presentai alla Sulzer, in particolare al cospetto di Peter Sulzer capo dell’Atom Gruppe, che subito mi assunse, sicuro di aver messo le mani sul naturale successore di Enrico Fermi. Inizialmente facevo un lavoro interessantissimo: quello di studiare attentamente i fascicoli che ci erano pervenuti dall’America per l’analisi spettroscopica veloce di vari elementi strategici e cercare di applicare quelle istruzioni. A tal uopo mi avvalevo di uno spettroscopio automatico Honeywell che occupava un grande salone e serviva non solo ai miei esperimenti, ma anche a tutte le fonderie dell’enorme stabilimento. Mi si stringeva il cuore a pensare allo spettroscopio Adams su cui feci le mie esercitazioni all’Istituto di Fisica dell’Università di Roma. Ma poi fui “promosso” ad un gruppo teorico, dove dovevo fare interminabili serie di calcoli su una macchinetta Fazit a manovella. Finita la festa mi eclissai quando il progetto, terminato, passò all’esame del Governo. Comunque il progetto del nostro impianto nucleare, dopo un decennio fu approvato e costruito, ed io vi avevo dato il mio contributo. Molto maggiore fu il contributo che quell’esperienza atomica diede a me, i cui orizzonti, precedentemente, si limitavano ad una carriera universitaria, cui rinunciai di buon grado in cambio di una vita più intraprendente.

Quanto precede l’ho raccontato per introdurre un nuovo motivo d’interesse nel nostro giornale: dato che in Italia si è riaperto il discorso sulle fonti energetiche con riattualizzazione del nucleare, ho deciso di pubblicare un opuscolo svizzero intitolato, appunto “Elettricità per domani” in cui tutti gli aspetti dell’eolico, del fotovoltaico, dell’idroelettrico e del nucleare vengono esposti con più profondità e pacatezza di quanto non avvenga in Italia, dove il dibattito maggiormente assomiglia ad una lite tra testate giornalistiche. Ho anche una raccolta di arretrati di questo bollettino, che voglio mettere a disposizione dei lettori. Su questo bollettino, redatto in italiano, è anche indicato il modo per abbonarsi in proprio, gratuitamente. MM



elettricita per domani
Gli ambientalisti criticano l’energia derivata dal vento e dall’acqua.
Quale contributo dalle nuove energie rinnovabili?