sabato 23 aprile 2011

Shirley Temple: tanti auguri, "Riccioli d'Oro"

Shirley Temple
Il 23 aprile 1928, e cioè un anno e cinque giorni prima di me, nasceva a Santa Monica di California Shirley Temple, la bambina prodigio che negli anni 30, gli anni della Grande Depressione americana, deliziò grandi e piccini di tutto il mondo, facendoli ridere con le sue risatine, e facendoli piangere con le sue lacrime. E commuovendoli tutti con le sue vicende di orfanella, di povera milionaria misconosciuta e maltrattata, che anche nelle situazioni più tragiche e senza speranza, manteneva la sua fiducia nella giustizia e nella lealtà e mai abbandonava la sua speranza, la sua certezza in un destino mgliore. Però, cari lettori, non dovete pensare che io voglia fare la biografia di una santa: Shirley Temple era un’attrice di incredibile abilità scenica, una volpona della recitazione. In gergo, parlando di grandi attori o artisti lirici, si cita il termine di animali da palcoscenico, e Shirley Temple va annoverata tra i maggiori animali dello schermo cinematografico, accanto a Charlie Chaplin, a Walt Disney e….non saprei dire altri. I suoi compensi erano maggiorissimi (!) di quelli di Greta Garbo, e pare che solo Cary Grant guadagnasse di più. Ma va tenuto conto che la sua carriera di stella del botteghino si spense improvvisamente a 12 anni, col suo ultimo successo The Little Princess (La Piccola Principessa). Naturalmente ci furono successive sporadiche apparizioni, alcune delle quali sono sicuramente degne di menzione, ma il tornado Shirley Temple finì lì. Come, dove, perché? Shirley Temple era figlia del funzionario di banca George Francis Temple e di sua moglie Gertrude Amelia Krieger, casalinga. I genitori di Shirley erano di origini tedesche, olandesi ed inglesi. Al tempo della nascita di Shirley, erano già nati due suoi fratelli: John Stanley e George Francis jr. La madre, qui o là in internet ho letto che aveva avuto precenti teatrali, o per lo meno ambizioni andate deluse, e tali ambizioni riversò sulla figliolina gioiello. In effetti la madre, oltre ad aver dato alla luce la bambina Shirley, fu la creatrice del fenomeno interplanetario di Sherley Temple “Riccioli d’Oro”.
Mae West

Fu estremamente intelligente, perché a tre anni la mandò alla Menglin’s Dance School di Los Angeles ad imparare il ballo, il canto e la recitazione. Poi la fece scritturare alla Educational Pictures, una società che produceva men che mediocri filmetti di bambini da una o due bobine (che era una misura americana per denotare cortometraggi e lungo metraggi) col patrocinio di società produttrici di cereali e merendine. Nel 1933 la Educational Pictures provvidenzialmente fallì e la piccola Shirley firmò per la Fox Films. Da questo momento apparve in piccole parti e, sempre per piccole parti, veniva prestata alla Paramount e alla Warner Bross. Ma nel frattempo la mamma di Shirley aveva creato il suo capolavoro: Shirley aveva i capelli castani e lisci, e la madre trasformò la sua testolina in una selva di riccioli biondi, e cioè in 56 boccoli che ogni mattina pettinava, avvolgeva e lucidava. La bambina così cosmetizzata era diventata assolutamente irresistibile. Più della maestosa Mae West, più della misteriosa Marlene Dietrich. In pratica la madre aveva trasformato la sua bambina in una piccola Mary Pickford, la fidanzata di tutti, l’attrice amata in tutto il mondo non solo dagli uomini d’ogni età, ma da tutte le madri che si auguravano questa moglie per i loro figli. In aprile del 1935 il film Stand up and Cheer! ruppe gli argini: la Fox riconobbe il fascino di Shirley e cominciò a pubblicizzarla prim’ancora dell’uscita del film nelle sale, ed in breve la bambina divenne il simbolo del sano intrattenimento di tutte le famiglie.

Mary Pickford

Il suo compenso balzò a 1.250$ la settimana e sua madre ebbe anch’essa 150$ come pettinatrice di sua figlia. Cifre con cui si potevano acquistare aerei da battaglia e navi da guerra. A quel tempo il New York Herald Tribune pagava 1.500$ gli articoli mensili di Margherita Sarfatti firmati da Mussolini, mentre un giornalista professionista guadagnava (ca.) cento volte meno. Un disegnatore impiegato presso la Walt Disney nel 1940 prendeva 17$ settimanali. Il 28 dicembre 1934 uscì nelle sale il film Bright Eyes, che fu il primo film girato su misura per Shirley Temple, ed in cui il suo nome appariva sopra il titolo del film. Questo è il punto dove volevo arrivare: dopo i primi esperimenti, i cineasti si convinsero che la bambina non andava inquadrata in una routine prestabilita. Era talmente brava, talmente esperta che la cosa più intelligente da fare era quella di lasciarle fare le cose che le venivano per istinto, e di costruire una trama attorno ad esse. All’inizio di questo articolo ho dichiarato di essere un coetaneo di Shirley Temple. Con ciò intendevo dire che tutto quello che avevo intenzione di scrivere su di lei non proveniva solamente dalla consultazione di pubblicazioni varie, ma anche da ricordi personali. In Italia non si è mai avuta un’idea delle vere dimensioni della Grande Depressione americana, detta anche crisi del 1929, o grande crisi, o anche crollo di Wall Street. La crisi, comunque, è associata al crollo della borsa valori di Wall Street del 24 ottobre 1929 (giovedì nero), cui fece seguito il definitivo crollo di borsa del 29 ottobre (martedì nero). In Italia il regime dirigistico e totalitario di allora, dichiaratamente anticapitalistico, non trovò difficoltà ad imporre efficaci contromisure a tale disastro per evitare l’assalto agli sportelli bancari e la chiusura delle fabbriche. In America, invece, l’intonazione liberistica ad oltranza del loro statuto costitutivo, impediva l’attuazione immediata di provvedimenti governativi, per cui la crisi, oltre che ad assumere dimensioni catastrofiche, si protrasse nel tempo e fu provvista di efficaci dispositivi di difesa solo a seguito dell’elezione, nel 1933, del presidente Franklin Delano Roosvelt. Era il cosidetto “New Deal”. Shirley Temple, assieme ad altri valorosi attori di Hollyvood, fu chiamata ad infondere ottimismo negli strati popolari, in modo da aiutare la ripresa dalla crisi. In Italia, dunque, mancò questa aureola eroica attorno al visino della bimba, ma brillò maggiormente l’aureola dei suoi riccioli d’oro. Se dovessi inserire Shirley Temple nella mia classifica delle attrici cinematografiche italiane, sicuramente la collocherei alla testa, o accanto, ad uno schieramento formato da Alida Valli, Isa Miranda, Elsa Merlini, Anna Magnani e Sofia Loren. Forse sbaglierei la sua collocazione, ma non sbaglierei dicendo che la bambina di Hollyvood sicuramente guadagnò infinitamente di più di tutte e cinque le attrici italiane messe insieme. 

Shirley ed il tip-tap con Bill Bojangle Robinson
La quale bambina di Hollyvood accanto alla sua valutazione puramente artistica, acquisì anche una caratura istituzionale: fu lei a consegnare la statuetta dell’Oscar a Walt Disney per Biancaneve, assieme alle sette statuette in miniatura in rappresentanza dei sette nani. E fu accanto al produttore Darryl F. Zanuck nel ricevere a Hollyvood Vittorio Mussolini per trattare la produzione di film americani a Cinecittà. In onore di Shirley Temple in Italia fu prodotta una bambola Lenci che la riproduceva in tutto lo splendore dei suoi Riccioli d’Oro. Naturalmente tutto il resto del mondo era già pieno di oggetti del merchandising attorno a Shirley Temple: vestitini, pigiamini di seta, saponette, giocattoli e bambole. Ma le bambole Lenci erano un’altra cosa. Fatte né di coccio, né di celluloide, né di pezza, bensi di un panno di feltro toscano di nome “Casentino”, più frequentemente detto, però, “Panno Lenci”. Erano bambole modernissime, di taglio spigliato e avveniristico, molte delle quali disegnate dal pittore Marcello Dudovich. Accanto ai personaggi delle favole e delle tradizioni, rappresentavano anche illustri personaggi tratti dall’attualità, come l’imperatrice negra di Parigi: Josephine Backer, un bambolotto nero con lo storico gonnellino di banane. Come l’attrice di varietà Mistinguette, e come Marlene Dietrich in persona, con le gambe accavallate e le calze di seta in bellavista. Marlene Dietrich, essa stessa era collezionista di bambole Lenci. Non mancava l’archetipo hollywoodiano di Mary Pickford. Personaggi della lirica come Violetta e Madame Butterfly. E tanti negretti, negrette e cinesini, a dimostrare che la società italiana era cosmopolita ed aliena ad ogni forma di razzismo. Per un vero miracolo, e contrariamente alle rigide regole hollywoodiane, Shirley Temple girò molte scene duettando con artisti negri, come i famosi tip-tap assieme a Bill “Bojangle” Robinson. Volevo anche dire che possedere una bambola Lenci era un vero tratto distintivo, un lusso che pochi potevano permettersi. Mio padre non poté comprarsi la Topolino quando costava 6.000 Lire, però riuscì a regalare una “Bella Spagnola” a mia sorella maggiore.
E prima di abbandonare il riferimento con l’Italia, mi viene in mente un parallelo tra Shirley Temple e la più grande attrice teatrale di tutti i tempi: Eleonora Duse, nata nel 1858 e morta nel 1924. La cui carriera fu talmente coronata dal successo conquistato nei teatri di tutto il mondo, da dimenticare che essa fu una vera inimitabile bambina prodigio, un vero esempio unico in tutta la storia del teatro. Figlia di attori, sin dalla nascita venne incorporata nella loro compagnia di giro, ed a quattr’anni esordì ufficialmente nella parte di Cosetta nei Miserabili di Victor Hugo. Ma il fatto straordinario ed irripetibile, messo in ombra dall’enorme fama che poi l’accompagnò, fu che nel luglio del 1872, a quattordici anni, la stessa età di Giulietta, a Verona, la città stessa di Giulietta, recitò nell’Arena la parte di Giulietta in Giulietta e Romeo di Shakespeare.
Shirley Temple babola Lenci

Una simile impresa era preclusa a Shirley Temple, che a dodici anni abbandonò la carriera di bambina prodigio e si iscrisse alla scuola media. Arrivata ad una certa età, la bambina non si trasformò in una signorina ma, come diciamo nella nostra lingua, non divenne né carne né pesce. E pensare che un altro bambino prodigio, Mickey Rooney, seguitò a fare la parte del ragazzino fino a 35 anni! Comunque, conclusa la carriera di bambina prodigio, Shirley Temple non rimase senza far niente. Si diede alla politica, vinse qualche elezione e ricoprì cariche importantissime come rappresentante USA alle Nazioni Unite, ambasciatrice in Ghana e poi, nel periodo più caldo della guerra fredda, in Cecoslovacchia. Quello che mi consola è sapere che Shirley Temple ha seduto nel consiglio d’amministrazione di importanti istituzioni e società come The Walt Disney Company, Del Monte, Bank of America, The Bank of California, Bancal Tri-State, Fireman’s Fund Insurance, The United States Commission for UNESCO…….il che significa che la sua gloria cinematografica non fu che un episodio introduttivo alla sua vita vera, e non un paradiso perduto. Va detto che lei fu per quattro anni consecutivi prima nella classifica degli incassi negli anni 1935, 1936, 1937, nel 1938 e precipitò al quinto posto nel 1939. Nell’autunno del 1972 le fu diagnosticato il cancro del seno. Fu operata, e dopo l’operazione fu una delle prime donne al mondo ad annunciare apertamente alla radio, alla TV ed ai giornali: “Ho avuto il cancro al seno e sono stata operata”. Tanti auguri, Riccioli d'Oro, e buon proseguimento.



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