venerdì 23 dicembre 2011

Genitori in Trappola

Di Marino Mariani
Hayley Mills in "Il Cowboy con il Velo daSposa" (1961)

C’è stato un periodo in cui, pur non essendo io il suo più grande amico, e viceversa, ero strettissimamente legato con il più bravo della classe, che era anche il più ricco, e che, per l’alta posizione di suo padre, disponeva di tesserini e biglietti d’ingresso gratuiti per tutti i maggiori cinema di Roma. Attanagliati dalla comune passione per il cinema, passavamo interi pomeriggi nelle sale a vedere due o tre film di seguito e, in determinate circostanze, andavamo anche alle mattinate. Questa passione maniacale durò anche durante il mio primo periodo universitario, in cui mi iscrissi al “Circolo Romano del Cinema”, diretto da Pasinetti, che teneva le riunioni la domenica mattina al cinema Barberini, e dopo una piccola conferenza con dibattito, assistevamo alla proiezione di film storici che andavano dall'"Incrociatore Potemkin” di Eisenstein, a “Nosferatu il vampiro” di Wilhelm Pompe detto Murnau. Mi sono sposato molto presto, e con mia moglie, dopo cena, non disdegnavamo d’andare al cinema. Ma andavamo al cinema anche prima di sposarci, e cioè da fidanzati: lei, una bionda elvetica scesa in Italia per perfezionarsi nella lingua italiana, alta diversi mezzimetri più di me, ed io a rimirarla estatico. Ma quando una scintilla deve scoccare…Ebbene una sera, al cinema, durante il cinegiornale, la mia vistosa ragazza mi domandò “Perché tutte queste feste per il professor Einaudi?”. Il professor Luigi Einaudi è stato il primo presidente della Repubblica Italiana, spiegai alla fanciulla, ed era logico che nelle cerimonie pubbliche fosse seguito dai suoi Corazzieri e fatto segno dei solenni omaggi da parte delle autorità e del popolo. E lei: “Non lo sapevo. Viene sempre a pranzo da noi!”. Da noi chi? In quel periodo lei faceva l’istitutrice in casa del conte Nicolò Carandini, storico esponente del Partito Liberale Italiano, strettamente legato a Luigi Einaudi da vincoli politici e da lunga amicizia familiare. Il palazzo del conte Carandini era situato sul viale XXIV Maggio, che si riversava sulla piazza del Quirinale, e le abitazioni dei due vecchi amici erano vicinissime. Poi, col passare degli anni, dei lustri e dei decenni, la mia attrazione per il cinema si spense completamente.


Il Libro ispiratore di tutti i film



In un pomeriggio di non ricordo quale anno (mia moglie era in Svizzera ed io mi trovavo a Roma), andai a trovare un mio vecchio amico. Subito dopo di me cominciarono ad arrivare cognati, cugini e nuore, sinché la casa non fu piena di una quantità incontrollabile di bambini, ed allora decidemmo di portarli al cinema e poi in pizzeria (o viceversa), e fu così che vidi “ET”. Doveva essere l’anno 1982 o giù di lì, e fu l’ultimo film che vidi in sala. Ma in questi ultimi anni le cose sono radicalmente cambiate: su Internet, ed in particolare su Youtube, ora vengono offerte opere intere, film e concerti interi, ininterrotti, di una qualità video e audio talora di altissimo livello talché la mia politica nei confronti del computer è totalmente cambiata. Prima utilizzavo il computer solo come macchina per scrivere, e me lo facevo durare parecchi anni, mentre adesso cambio il mio Mac ogni volta che esce il nuovo modello, ed uso lo schermo più grande che viene offerto (attualmente 27”) essendo il computer diventato il mio maggior mezzo di comunicazione, studio ed intrattenimento. Ebbene, lettore. l’introduzione di quest’articolo qui finisce e passiamo all’azione. Se da bambino prediligevo le storie a lieto fine, come, penso, tutti gli altri bambini, adesso, alla mia età, il mio apprezzamento per storie lunghe, intricate, piene di attese, ansie ed incertezze, che si concludono però con un lieto fine che fa tutti felici, si è fatto anche maggiore, ed è diventato, praticamente, una condicio sine qua non nella mia scala delle preferenze. Negli scorsi anni avevo individuato il film che avrei desiderato presentare, per Natale, ai lettori di Famiglia Moderna, ed è il popolarissimo “Genitori in trappola” del 1998. Ma io lo conoscevo solo attraverso brevi brani e, per lo più, in lingua inglese. Finché, da un paio d’anni, ogni muraglia sembra crollata, ed ora trovo disponibile, su Youtube l’intero film, ininterrotto, in lingua italiana.

Prima edizione di Emil



Ma non finisce qui: in una critica, ho letto che questo film della Walt Disney è il “modesto” rifacimento di un altro film della stessa Walt Disney del 1961, dal titolo “Il cowboy col velo da sposa”, film di cui non avevo mai sentito parlare e che, con quel titolo un po’ ridicolo, sicuramente non sarei mai andato a vederlo. Ma non appena ebbi visto qualche brano lo riconobbi subito: l’avevo visto insieme a mia moglie, forse in Svizzera con un altro titolo, ed eravamo entusiasti della sua interprete, Hayley Mills, figlia dell’attore inglese Sir John Mills. Nostra figlia nacque un anno dopo, ed era pronosticata come un bel maschietto, ma io fino all’ultimo speravo che fosse una femminuccia che assomigliasse ad Hayley Mills. Contro ogni pronostico, che a quel tempo non erano precisi come adesso, sognai che ci era nata un bella figlia bionda, ed il giorno dopo mia moglie mi accontentò. Anche del primo film, “Il cowboy col velo da sposa”, all’inizio trovai solo qualche brano di non eccelsa qualità, ma tutt’ad un tratto apparve per intero, ininterrotto, in meravigliosi colori, in italiano, e quindi potevo decidere quale dei due potevo pubblicare. Ovviamente li potevo pubblicare tutti e due, cosa che ho deciso di fare. Ma prima di attuare tale decisione, mi venne uno scrupolo: al contrario di Cenerentola, di Cappuccetto Rosso, del Gatto con gli Stivali, le cui origini affondano nella notte dei tempi, la storia di Mary Poppins, il massimo raggiungimento cinematografico di Walt Disney, era di un’autrice contemporanea P.L. Travers, con cui Disney dovette trattare e litigare per ottenerne i diritti cinematografici, così anche la storia delle due gemelle di “The parent trap” che complottano per far ricongiungere i propri genitori divorziati forse avevano un autore ancora in vita, con cui Walt Disney dovesse trattare. Ed in effetti la storia originale si intitola “Das doppelte Lottchen”, che in lingua tedesca significa “La doppia Carlotta”, pubblicato nel 1949, il cui autore è un grande e celebre scrittore: Erich Kästner, nato prima di Walt Disney (Dresda 1899) e morto dopo (München 1974). Le sue origini non potevano essere più modeste, col padre sellaio e la madre cameriera e casalinga, che poi si improvvisò parrucchiera per contribuire al bilancio domestico. I suoi rapporti con la madre furono particolarmente stretti ed affettuosi. Nel 1913 si iscrisse ad una scuola per insegnanti, ma l’abbandonò nel 1918 prima di conseguire il diploma. Durante la prima guerra mondiale (1914-18) fu arruolato in artiglieria pesante e fu sottoposto ad un corso d’addestramento talmente brutale che non solo fece crescere il suo antimilitarismo, ma lo menomò fisicamente. Alla fine della guerra riprese il corso interrotto e conseguì il diploma d’insegnamento. Quindi s’iscrisse all’università di Lipsia ove si laureò. Cominciò a collaborare con numerosi giornali e subito ebbe successo.

Isa e Jutta Günther nel film capostipite "Das doppelte Lottchen"

Un successo strepiitoso lo ebbe come scrittore di libri avventurosi per ragazzi. Celebre è il suo “Emil und die Detektive”, pubblicato nel 1928, che nella sola Germania raggiunse il traguardo di 2 milioni di copie vendute, ed in seguito fu tradotto in 59 lingue e più volte fu filmato in vari paesi di tutto il mondo. Ovviamente il protagonista, Emil, divenne l’eroe di tutta una serie dedicata alle sue imprese. L’originalità del libro consisteva essenzialmente nel fatto che non fosse ambientato in un irreale e fiabesco regno della fantasia, bensì nel centro di una città moderna e pulsante come Berlino. Con l’avvento del nazismo (30 gennaio 1933) subì immediatamente la persecuzione da parte del nuovo regime, ma al contrario di numerosi suoi colleghi artisti, studiosi e letterati, non si rifugiò all’estero, tranne che per brevi escursioni a Merano e in Svizzera. Assisté al rogo dei suoi libri, ma volle restare per testimoniare i fatti in prima persona. Scrisse:


Erich Kästner

Nacqui tedesco in terra di Sassonia
Giammai voll'io fuggire dalla Patria.
Come quercia che nacque in Alemagna
Qui dove crebbi attenderò la morte.

Subì perquisizioni, interrogatori ed angherie da parte della Gestapo. Fu espulso dal sindacato degli scrittori, e quando la guerra finì ed il nazismo obliterato, lungi dall’essersi placati il suo pacifismo ed il suo antimilitarismo si accesero contro il regime di Adenauer, che aveva portato, sì, la Germania del dopooguerra al “miracolo economico”, ma aveva aderito alla NATO e consentito che in Germania stazionassero armi nucleari. Comunque il suo successo era irresistibile: scriveva per i giornali, per le stazioni radio e per il cabaret. Scriveva testi umoristici, dialettici, sentimentali, poesie e parole per canzoni. Scriveva sceneggiature per il cinema (il suo linguaggio letterario era di tipo spontaneamente cinematografico). Scriveva romanzi seri, semiseri, licenziosi, politici e polemici, ma soprattutto magici libri per i ragazzi. Nel 1949 apparve “Das doppelte Lottchen”. Oramai la storia la conoscono tutti. Due ragazzine che si somigliano come due gocce d’acqua, s’incontrano casualmente in un campeggio estivo, e capiscono di essere sorelle gemelle i cui genitori hanno divorziato, e si erano divise le due bambine. Le quali vogliono riunire i loro genitori, ed escogitano i loro tranelli e le loro finzioni. Non passa un anno dall’uscita del libro che la trama viene trasposta in chiave cinematografica, in cui lo stesso Erich Kästner fa la sua apparizione nella parte del narratore. Le due gemelle che si somigliano come due gocce d’acqua vengono interpretate da due sorelle che si somigliano come due gocce d’acqua: sono le sorelle Isa e Jutta Günther. Il film fu coronato dal massimo successo, e la sua storia venne ripresa in ogni parte del mondo facendone nuovi film e cartoni animati. E venne ripresa dalla Walt Disney Production che sfruttò la trama per ben due volte: nel 1961 utilizzando una sola genella che recitava per due, ed era la prodigiosa piccola inglese Hayley Mills, quindicenne, ed una seconda volta nel 1998 utilizzando ancora una sola gemella, la sorprendente banbina americana Lindsay Lohan, di soli 11 anni, al suo esordio cinematografico assoluto.

Lindsay Lohan: gran tecnica in "Genitori in Trappola" (1998)

Prima di allora, in piena puerizia, faceva la modella in sfilate di moda infantili. Ricapitolando: nel “Cowboy col velo da sposa”, in cui le due gemelle quindicenni sono interpretate da Hayley Mills, la parte del padre è affidata a Brian Keith, mentre quella della madre è impersonata dall’indomita, fiera, torreggiante rossa irlandese Maureen O’Hara, la quale potrebbe in un batter d’occhio disfarsi della sua…..Sua che? Convinti che tutti conoscano la trama di questa storia, forse sono andato un po’ troppo avanti. Riprendiamo il filo: delle due gemelle una è stata affidata al padre, e l’altra alla madre. La prima non ha mai visto la madre, la seconda il padre, quindi decidono di scambiarsi i ruoli, in modo che ognuna di esse potesse conoscere l’altro genitore. Il fatto che dopo tanto tempo nessuno dei due si sia risposato le convincono che c’è ancora una fondata speranza di poterli riunire. Ma la gemellina destinata a raggiungere il padre, giunta a destinazione, ha un’amara sorpresa: trova il padre completamente irretito dai vezzi e dalle lusinghe di una giovane e graziosa cacciatrice d’oro, decisa a diventare la matrigna della figliolanza (per il momento non sa che le figlie sono due) e ad impadronirsi della chiave della cassaforte. La situazione sembra disperata, le nozze sono già state fissate, e la gemella paterna avverte l’altra, ed insieme determinano la lieta conclusione del finale. Nel "Cowboy col velo da sposa", l’intrigante pretendente è la graziosa e vezzosa Joanna Barnes, ma minuscola rispetto alla possente Maureen O’Hara, che in effetti prevale. 37 anni dopo, e cioè nell’anno 1998, la stessa Joanna Barnes, impersona la parte della madre della nuova intrigante pretendente di "Genitori in trappola*, la quale non è una ragazza qualunque, bensì una bellezza moderna ed esplosiva come quella di Elaine Hendrix. La quale, non appena appare sullo schermo, sembra già coronata dalla vittoria. Nel rifacimento disneyano la coppia di genitori delle gemelle è costituita da Dennis Quaid e da Natasha Richardson, e mentre il papà è alto, grosso e possente quanto il suo predecessore nel "Cowboy col velo da sposa", la madre, questa volta, è la delicata e dolcissima Natasha Richardson. Se non sapessimo a priori che alla fine il bene trionfa, ci sarebbe l’impressione che la Hendrix potesse fare un sol boccone della Richardson, invece...Comunque la Hendrix offre una grande prova di se stessa quando esprime, con estrema comicità, il suo disappunto rispetto ai tiri burloni delle due gemelle impersonate da Lindsay Lohan. Benchè molto spesso i rifacimenti risultino inferiori all’originale, a me sembra che "Genitori in trappola" non sia per nulla inferiore al "Cowboy col velo da sposa", anzi.... I 37 anni d’intervallo tra i due film sono serviti al cinema per arricchirsi di notevoli progressi tecnici.

Elaine Hendrix, la pretendente intrigante


Già si gridava al miracolo quando Hayley Mills apparve sdoppiata nelle due gemelle talché, insieme a tanti altri, anch’io pensavo che si trattasse di due personcine uguali e distinte. Solo dopo inoppugnabili prove successive mi convinsi che si trattava di un trucco cinematografico, consistente nel dividere lo schermo in due parti e di coprirne una, che rimaneva vergine mentre veniva girata l’altra. Poi si invertivano i ruoli. E comunque un attento osservatore si sarebbe accorto che tra le due gemelle si interponeva una certa, seppur infinitesima, distanza. Nel rifacimento tale tecnica è stata migliorata al punto che le due gemelle appaiono spesso inestricabilmente abbracciate e intrecciate l’un l’altra! Per dovere storico ho deciso di pubblicare anche il film originale in bianco e nero e con le due gemelle reali invece che una sdoppiata: "Das Doppelte Lottchen". È parlato in tedesco, e quindi non siete tenuti a capirlo tutto parola per parola. Ma le immagini parlano chiaro, e costituiscono l’imperituro messaggio del passato, quello di un mondo che hanno conosciuto i vostri padri e i vostri nonni. Potrei aggiungere che l’autore, Erich Kästner confessò che l’idea del suo romanzo gli era venuta da un film americano intitolato “Three smart girl” con la giovane attrice prodigio Deanna Durbin. Chissà se c’è ancora qualcuno che ricorda il film del 1936 intitolato “Le tre Ragazze in Gamba”, seguito poi da “Le tre Ragazze in Gamba Crescono”. Io mi ricordo benissimo che questo film, ed il suo seguito, era in circolazione e tutti ne parlavano, ma non mi ricordo se l’ho visto o no. Cercando con pazienza su internet c’è la possibilità di ritrovare questo interessante capostipite, basato sulla storia di tre sorelle che vivono in Svizzera con la loro madre, divorziata da una decina d’anni. Ma tutto ad un tratto giunge la notizia che il loro padre, a New York, vuole risposarsi ed allora…Qui però, non ci sono gemelli o gemelle indistinguibili. Ce ne sono invece nella commedia di Shakespeare intitolata “The Comedy of Errors”, pubblicata per la prima volta nell’in-folio del 1623, e ripresa dalla commedia latina di Plauto “I Menaechmi”. Il quale Plauto, che visse al tempo delle guerre puniche (ca. 200 avanti Cristo) in pratica, tradusse in latino commedie greche, principalmente di Menandro.…..Cari amici, tanti auguri di buone feste e buon divertimento.

"Das doppelte Lottchen"






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