giovedì 25 novembre 2010

Il Colonnello Smith ed il Mistero del Marchio Longines

Di Luciano Zambianchi


Orologio del periodo ellenistico: 1° secolo avanti Cristo

Attenzione: click foto per ingrandire. Per Mac: ulteriore ingrandimento da tastiera


Foto 1
Foto 2
Foto 3














Un amico mi ha fatto avere in regalo il meccanismo di un orologio da taschino, molto rovinato, con due ruote rotte e il bilanciere bloccato. Il quadrante era bello e integro e riportava la marca “C.R. Smith & Son Philadelphia”. Anche la parte interna del meccanismo era marcata allo stesso modo. Il numero di serie e la forma mi ricordavano tanto gli orologi svizzeri della seconda metà dell’Ottocento dello stesso calibro (18,50), e questo in un orologio americano marcato Philadelphia mi incuriosiva molto . Anche la rimessa dell’ora (a leva laterale), specifica degli orologi della seconda metà dell’Ottocento. aumentava la mia curiosità. 
Foto 4
Il nome C.R. Smith suonava come una provocazione ed evocava fabbriche di armi più che di orologi; “nomen est omen” dicevano gli antichi romani (per dire che nel nome c'è tutto il presagio) e nel caso di “Smith” (che in inglese vuol dire fabbro ferraio) il detto mi sembrava particolarmente azzeccato. Così, libri alla mano e computer, ma anche giravite, spazzole e solventi, ho iniziato una lunga e fruttuosa ricerca (foto 1): il periodo storico era sicuramente lontano, ma ricco di documenti e testimonianze. Nella seconda metà dell’Ottocento l’evento più importante in America è la guerra di secessione, la cosiddetta “guerra civile” combattuta tra il 1861 e il 1865; ho iniziato a cercare ed è venuta fuori una foto del 1862 di un barbuto colonnello del 6° cavalleggeri della Pennsylvania: C.R. Smith di Philadelphia (foto 2). La faccia era simpatica e anche la lettera allegata mostrava una persona di animo gentile (foto e lettera erano state vendute a un’asta di cimeli storici americani per 497$).

Foto 5 e 6

Infervorato, ho trovato il foglio matricolare del colonnello, la sua biografia, tutta centrata intorno a Philadelphia, e l’albero genealogico dal 1700. Attingendo alle notizie uscite sui blog dell’Associazione Americana egli Amatori di Orologi d’Epoca (NAWCC) ho cominciato a fantasticare di una fabbrica di orologi, chiusa durante la guerra civile, e poi convertita in fabbrica di armi.

Foto 7
Questa ipotesi era sicuramente affascinante ma scoprii subito che non corrispondeva alla realtà: tutte le ricerche sugli Smith di Philadelphia e le loro aziende portavano a fabbriche di macchinari agricoli poi convertite in fabbriche di macchine da caffé. La soluzione del caso è emersa inaspettata grazie ai giravite ed ai solventi che, per questa volta, sono stati più utili del computer. Il colonnello, o un suo parente, o addirittura solo un suo omonimo, andato in pensione ha deciso di aprire una gioielleria ed orologeria in Philadelphia assieme al figlio (all’angolo tra il Market e la Diciottesima Strada), e questa gioielleria con gli anni (siamo tra il 1870 e il 1980) è diventata una delle prime gioiellerie di Philadelphia, ma non c’entrava nulla con le armi, la guerra civile e meno che mai con la Smith & Wesson.

Foto 8

Ed ecco la scoperta illuminante: dietro al quadrante (foto 3), sulla macchina del mio orologio, piccolo ma ben inciso, ho trovato scritti i nomi Wittnauer e Longines (foto 4) ed ecco spiegato il mistero: questa macchina, (prodotta da Longines secondo i numeri di serie intorno al 1885) era stata importata su commissione dalla gioielleria C. R. Smith & Son di Philadelphia, dalla famiglia Wittnauer importatore ed esclusivista statunitense.

Foto 9
Foto 10














Il marchio Smith & Son era già stato posto in fabbrica dalla Longines, quadrante e cassa erano invece assemblati in loco. La ragione di questi tripli marchi superava il legittimo desiderio di autoaffermazione della C.R. Smith & Son (una specie di Tiffany americana), c’era anche la reale necessità di aggirare l’ostacolo dei salatissimi dazi doganali USA sui prodotti di lusso. Continuando nelle ricerche tra i fornitori di Smith & Son ho trovato Oscar Moser, ma anche Heinrich Moser e tanti altri super orologiai dell’epoca: i prodotti venduti nella gioielleria di Smith & Son erano sicuramente di alta qualità, così ho adattato una cassa in argento (foto 5 – 6) di Oscar Moser al macchinario ed ora ho uno splendido orologio. Tornando al “problema dei multi marchi” Longines in America (specialmente in America Latina) vendeva anche in modo scoperto, ma preferiva sempre far produrre ed adattare le casse dagli importatori locali, un bell’esempio è un orologio coevo (foto 7), identico come macchinario a quello di cui ho raccontato la storia, ma che ho comprato a Cordoba in Argentina, dove era stato inviato proprio dalla Longines (foto 8).

Foto 11
Foto 12




















Anche in questo caso l’orologio è stato importato dalla famiglia Wittnauer, ma sulla cuvetta oltre alle medaglie vinte da Longines in occasione delle esposizioni universali sta scritto: Fabricado Expresamente para: C.A.Wuilleeumer, San-Martin 75, Cordoba. Altro esempio di marchi multipli erano gli orologi riservati ai mercati marginali, mi è già capitato di parlare degli orologi per il mercato arabo (uno degli esempi classici della doppia o tripla marca). Il mio amico Elsife Walid ha cercato in ogni modo di tradurre i nomi dei “produttori locali” incisi in arabo nelle macchine (foto 9- 10), ma a suo dire i  caratteri antichi non gli permettono di capire bene i nomi. Non conosco l’arabo e quindi non posso neppure fare ricerche in Internet, ma se qualche lettore avesse notizie sarei contento di aggiungerle a quelle che già ho.  Anche nel caso degli orologi “arabi” (foto 11 – 12 – 13 ) la storia degli orologi si intreccia con la storia della Turchia; si può scoprire che produzioni riservate agli ufficiali dell’esercito ottomano sono state cancellate dall’avvento “dell’uomo nuovo” Mustafà Kemal Ataturk, il padre della moderna Turchia, a favore di altri fornitori, più favorevoli alla sua politica economica. È la solita storia in cui tecnologia, produzione industriale ed anche arte e gusto personale, vengono condizionati dalla situazione politica, dalle guerre e dalle rivoluzioni. Il Colonnello C. R. Smith magari non c’entra nulla ma, nonostante la sua faccia simpatica, mi fa ricordare che molte delle innovazioni tecnologiche, anche nell’orologeria, sono frutto di ricerche militari spesso segretissime destinate a produrre ordigni sempre più efficaci e distruttivi. 

Foto 13
Chissà se l’imperatore Augusto facendo costruire la più grande meridiana dell’impero (ancora oggi visibile a Campo Marzio a Roma) pensava di realizzare uno strumento utile per la società romana o un’arma dissuasiva che mostrasse agli ambasciatori ed alle spie degli altri popoli quanto fosse avanti la tecnologia romana. Come ho già detto il colonnello C.R. Smith di Philadelphia da tutto questo sembra estraneo e come potrete scoprire dalle sue lettere, lui come molti suoi colleghi anche nostri contemporanei, aveva un animo gentile e una faccia fotogenica.


Didascalie:
Foto  1: Il movimento C.R. Smith&Son aperto per la necessaria revisione
Foto  2: Il colonnello C:R: Smith di Philaadelphia
Foto  3: La platina dal lato del quadrante
Foto  4: La scritta "WITTNAUER LONGINES"
Foto  5. La magnifica cassa d'argento di Oscar Moser
Foto  6. L'altro lato della cassa prodotta da Oscar Moser
Foto  7. Un movimento identico a quello esaminato, ma firmato "Longines"
Foto  8: Le medaglie e le scritte sulla cuvetta del Longines argentino
Foto  9: Nome di un distributore arabo di K. Kerkisoff & Co (Zenith)
Foto10: Un altro distributore arabo per la K. Serkisoff
Foto11: Uno degli orologi arabi della mia raccolta
Foto12: Orologio per il mercato arabo con platina e ponti di brnzo
Foto13: Orologio per il mercato arabo con platina e ponti argentati

Tutte le foto sono dell'autore, tranne Foto 2 (Google) di dominio pubblico